Ludovica Carbotta

Non definire la superficie” è frutto di una performance in passeggio nella città cercando di non proiettare mai la mia ombra, quindi di non lasciare traccia della mia stessa presenza, di rendermi invisibile. Manca l’ombra, e manca il corpo della protagonista, di cui si dà solo il punto di vista, lo sguardo sul mondo. La ripresa in soggettiva impedisce una comprensione immediata della situazione: lo spettatore acquisisce il punto di vista del personaggio, ma senza conoscere le sue motivazioni, che restano oscure.

LC